IL MESSAGGERO – BERNARDINI – La Lazio dice addio all’Europa League. Non per la matematica, ma per reali speranze. Serve un miracolo. Per qualificarsi la
Lazio deve vincere le due restanti e sperare in un crollo del Cluj. Il ko contro il Celtic (matematicamente qualificato) e la contemporanea vittoria dei romeni trasformano il passaggio ai sedicesimi in un muro praticamente impossibile da scavalcare. I biancocelesti sono a 6 punti di distacco dal Cluj. A macchiare la settimana da Dio dei biancocelesti è ancora una volta la manona di Forster. Come all’andata strozza in gola l’urlo di gioia. All’andata bloccò un bolide di Cataldi, ieri un ricamo di Luis Alberto. Sarebbe stata la rete del sorpasso. Quella che avrebbe reso la classifica molto più bella. C’è anche la svista ell’arbitro Stieler a fare lo sgambetto ai biancocelesti. Manca un rigore solare sull’1-1: mano di Jullien in area su un tiro di Immobile. Nemmeno il tocco magico di Inzaghi ha effetto in una serata da incubo. Vavro si fa male e prova a pescare dalla panchina il
jolly Berisha. Sarà invece la carta sbagliata: in appena 8 minuti si divora un gol e regala la palla del 2-1. Il kosovaro esce in lacrime e i compagni non riescono a consolarlo. Scappa negli spogliatoi al fischio finale.
CIRO COME CHINAGLIA – Inzaghi deve rinunciare agli infortunati Correa e Radu. Opta per una squadra più muscolare
con Parolo al posto di Luis Alberto. Il tecnico cerca di arginare così la fisicità dei giocatori del Celtic. Il resto lo fanno le fasce soprattutto quella destra con Lazzari che va via in continuazione a Mc Gregor e Hayes. Da un suo cross nasce il vantaggio della Lazio. Ci ha preso gusto l’ex Spal.Statistiche da aggiornare perché è il secondo che azzecca per citare Immobile. Ciro ringrazia ancora una volta. Eccolo il gol numero 101. Ad onor di cronaca va detto che la spizzata di testa di Caicedo è fondamentale per mettere fuorigioco i difensori biancoverdi. Solo Lewandowski del Bayern ha segnato più gol (21) rispetto a Immobile (15) in tutte le competizioni contando i giocatori dei maggiori cinque campionati europei. Ciro is on fire. Undicesimo centro in 11 gare e soprattutto undicesimo gol nelle coppe europee, eguagliato Chinaglia. Anche se va detto che Long John
li segnò in appena 4 partite: una doppietta e 3 triplette. Poco dopo ha anche la chance del raddoppio ma è bravo Jullien a fermarlo. Da qui in poi è buio.
INCUBO DIFESA
Il Celtic reagisce di rabbia e spinge molto sulla sinistra della Lazio dove Jony e, inizialmente, Milinkovic non riescono a contenere le sfuriate di Brown e Forrest. Non a caso Inzaghi inverte subito le mezze ali dirottando Parolo da quel lato. Il risultato non cambia. Soprattutto perché dopo il gol i biancocelesti si siedono e lasciano troppa iniziativa agli avversari. Tempo di prendere le misure: Milinkovic si fa rubare palla, Acerbi, che da centro sinistra corre di più e perde lucidità, sbaglia l’intervento, Jony si fa scappare Forrest che con un diagonale pareggia. La ripresa viaggia sullo stesso spartito: Celtic
aggressivo e Lazio spaesata. Caicedo in avanti non tiene mai palla e i biancocelesti fanno fatica a salire. Anche Leiva nel mezzo non ne azzecca una. Inzaghi cambia ancora togliendo Jony per Lulic e Leiva per Luis Alberto. Lo spagnolo gioca quasi da rifinitore mentre in regia va Parolo. La Lazio ritrova brillantezza ma non la fortuna. Forster si supera su Luis Alberto, Berisha si divora il gol e poi chiude da incubo regalando a Ntcham la palla del ko nei minuti di recupero.
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